DAVIDE ROMANO
"U gradu izobilja. Mikropriče iz svakodnevnog života"
Uvod - prevod: Violeta Milićević
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Na srpskom
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11. La scoperta del “mercato”

7 Gennaio 2000.
Ogni mattina, all’incrocio fra le vie Leonardo Da Vinci e Regione Siciliana trascinandosi su un paio di vecchie stampelle, Ignazio, la pelle scurita dal sole e una folta barba incolta, nello spazio di un semaforo vomitava sull’automobilista disposto ad ascoltarlo, un’accorata e interminabile geremiade.
Le gambe irrimediabilmente rovinate cadute da un ponteggio quando ancora «il Signore» gli dava «la grazia di lavorare»; una moglie confinata sul letto a causa di una malattia che «nessun medico aveva capito che cosa era»; una sfilza di figli che non conoscevano il conforto delle scarpe e ognuno con una personale disgrazia cucita addosso; una casa fatiscente che «puo cadere da un momento all’altro» e, infine, una madre cieca costretta ad una misera vecchiaia. «Neanche la dentiera – gemeva – le ho mai potuto comprare».
Nel giro di pochi minuti, Ignazio riusciva a tal punto a coinvolgere l’automobilista nella sua sventurata saga familiare che, quasi sempre, questi decideva di aiutarlo economicamente.
C’era anche chi, vedendolo e gia conoscendo le personali disgrazie di quello storpio, allungava automaticamente una banconota e s’informava sulla salute della moglie e su quella dei bambini.
Poi lentamente gli affari sono peggiorati. «La gente – spiega Ignazio – col tempo si stanca. Finisce di commuoversi e gli viene il sospetto che tu li prenda in giro. Allora, o cambi zona, ma non e una buona soluzione perché le persone girano e le incontri sempre, o offri, diciamo, un altro prodotto».
Cosi, un giorno, si e tagliato la barba, ha cominciato a vestirsi meglio e ha appeso le stampelle al chiodo. Ora cammina bene, la madre vive in un ospizio e ha ancora tutti i denti, sua moglie sta benissimo e si arrangia facendo pulizie, i figli vanno a scuola e gli danno delle soddisfazioni.
Adesso vende un po’ di tutto: giornali la mattina, primizie quando viene la stagione, fazzoletti di carta, accendini. Ignazio sostiene che questo e il “mercato”.